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Cather, Willa Sibert.

Scrittrice nordamericana. Cresciuta nel Nebraska, presso la cosiddetta "zona di frontiera", scrisse dapprima sui giornali che pubblicavano i suoi articoli di colore sulle sconfinate pianure e sui costumi di vita nel Nebraska. Il successo ottenuto con le sue collaborazioni la spinse a dedicarsi totalmente alla letteratura. Esordì nel 1912 con il romanzo Il ponte di Alessandro al quale seguirono, nel 1913, Il gelso bianco, nel 1915, Il canto dell'allodola e, nel 1918, La mia Antonia, romanzo nel quale abbandona momentaneamente i temi tratti dall'ambiente di frontiera per parlare delle difficoltà che gli immigrati, provenienti dall'Europa, incontrano negli Stati Uniti e particolarmente nel West. Del 1922 è Uno dei nostri, vincitore di un Premio Pulitzer, seguito nel 1923 da Una donna perduta, e nel 1925 da La casa del professore. Questi ultimi denunciano la delusione della scrittrice nel constatare la lenta ma inesorabile trasformazione del pittoresco e selvaggio West in una regione imborghesita e provinciale. Questo disinganno indirizza la C. verso altre fonti di ispirazione. Nascono così: La morte viene per l'arcivescovo (1927), romanzo quasi storico sull'occupazione spagnola degli Stati sud-occidentali; e Ombre sulla roccia (1931), pure a carattere storico (Winchester, Virginia 1876 - New York 1947).